L’Osservatorio dell’Appennino Meridionale ha realizzato il primo “Corso di analisi sensoriale per giudici qualificati del comparto tartufi” in Campania, su richiesta dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania – Settore Foreste.
Il Corso si inserisce nella più ampia attività di valorizzazione del tartufo in Campania organizzata dall’Osservatorio, impegnato dal 2016 nel Progetto pilota per la produzione a livello sperimentale di piantine micorrizate con specie di tartufo di origine autoctona.
L’attività formativa, destinata a 20 partecipanti, ha avuto una duratadi tre giorni (29 e 30 marzo e 28 aprile) ed è stata destinata ad individuare le caratteristiche organolettriche e sensoriali di due tartufi campani, il Bianchetto Tuber borchii e il Tartufo nero di Bagnoli Tuber mesentericum.
Il Corso è stato svolto dal Centro Nazionale Studi sul Tartufo di Alba e dalla “Good Senses” di Brescia, società specializzata in analisi sensoriale, leader in Italia per l’esperienza maturata nell’organizzazione di corsi specifici e per aver sviluppato metodologie e protocolli scientifici.
L’obiettivo è stato quello di formare, anche in Campania, giudici qualificati, capaci di codificare le caratteristiche organolettiche dei tartufi della Regione attraverso l’analisi sensoriale.
Le tre giornate formative hanno avuto quale risultato ulteriore la realizzazione delle schede formative del Tuber mesentericum che costituirà il modello standar di riferimento nel territorio.
Inoltre, è stata aggiornata la schedatura del Tuber borchii. L’intento principale è stato quello di garantire la tracciabilità e la riconoscibilità del tartufo campano al fine di di valorizzare un prodotto che, nell’immaginario collettivo, è legato ad altre regioni, come il Piemonte, le Marche, la Toscana o l’Umbria.
I tartufi campani sono poco conosciuti, pur costituendo una risorsa molto significativa del contesto regionale e nazionale.