Con la proclamazione dei Crus dell’Appennino beneventano e dell’areale casertano si compie l’intero percorso regionale della viticoltura eroica della Campania.
L’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania – sulla scorta dei positivi risultati della prima tornata di indagini sui territori vitati di: Avellino, Napoli, Isole, Vesuvio e Salerno – ha fatto carico al SeSIRCA (Settore Sperimentazione, Informazione, Ricerca e Consulenza in Agricoltura) di sostenere e concorrere alla piena regionalizzazione del progetto “Le radici del Vino: i Crus dell’Appennino Campano” attraverso l’esame di un vasto campione aziendale delle province di Benevento e Caserta.
Nell’arco di un biennio è stato possibile testare un ragguardevole numero di aziende vitivinicole che, grazie alla assoluta terzietà del metodo di selezione condotto dall’Osservatorio dell’Appennino Meridionale, hanno fattivamente collaborato lungo l’intera griglia di controlli con assoluta disponibilità e trasparenza.
Nel caso dei “Crus dell’Appennino Campano” i tecnici preposti ai monitoraggi aziendali hanno potuto effettuare sopralluoghi nei vigneti, redigere schede ampelografiche, acquisire dati ed immagini dei territori investiti in vitigni autoctoni e, soprattutto, disporre dei registri di cantina superando arcaiche ritrosie con l’obiettivo condiviso di affermare il livello qualitativo della vitivinicoltura della regione.
Con la concreta applicazione del metodo selettivo la qualità e le caratteristiche dei vini campani superano il principio dell’autoreferzialità sostituendolo con certificazioni probanti: quella dell’Assoenologi in termini di degustazioni sensoriali e del Centro Regionale di Competenza Agroalimentare dell’Università degli Studi di Salerno le cui analisi di laboratorio hanno aperto la strada all’impronta digitale dei Crus appenninici.
A fronte di un progressivo irrigidimento delle norme internazionali per l’export nei Paesi extraeuropei, l’ampia disponibilità dei vitivinicoltori campani costituisce un elemento di garanzia per porre in essere i necessari controlli di filiera.
Il quadro economico che emerge dal sistema vitivinicolo campano conferma l’eccezionale importanza del territorio collinare e montano dell’Appennino campano, naturale serbatoio di vitigni autoctoni noti e, soprattutto di un gran numero di varietà riscoperte per le quali sarà necessario intensificare le azioni di valorizzazione. In realtà, nessuna tra le regioni del vino, può vantare un patrimonio ampelografico al pari della Campania di guisa che attraverso la valorizzazione dei crus dell’Appennino si possa concorrere a stabilire più giusti e remunerativi equilibri tra qualità e mercato.
Il fatto che, a soli due anni dall’avvio dell’indagine campione, un gran numero di aziende campane abbia espresso una così ampio riconoscimento, traducendosi in efficace collaborazione nei confronti dell’Osservatorio, è di conforto per l’ulteriore crescita di un comparto che occupa una valenza strategica nella formazione del reddito agricolo e – ancor più – per le molteplici economie indotte che esso genera.